«Combattere la concorrenza sleale e l’immigrazione selvaggia attraverso il rispetto delle leggi» – La Nazione, 31 marzo 2010
Ilaria e Davide Romagnoli dirigono l’Officina omonima in via Venezia che si occupa di aria compressa in tutti i campi di applicazione, dal tessile al farmaceutico, ereditata dal padre Gianfranco che la fondò quarant’anni fa esatti. Un bel traguardo che oggi tagliano tutti insieme ai loro sei dipendenti e ricordano l’itinerario percorso in questo lungo periodo prima dedicato all’industria locale e poi, con la crisi, “spostato” anche in altri campi: la pulizia industriale, le idropulitrici, la vendita e l’assistenza. E, a proposito della crisi, che ha investito la città in questi ultimi anni, avvertono: “Certo è stata dura, ma è proprio nei momenti di crisi che bisogna rimboccarsi le maniche e andare avanti: no lo abbiamo fatto cercando anche di mantenere il lavoro ai nostri dipendenti” Ricordando che quaranta anni fa il padre Gianfranco lavorava in turni massacranti, praticamente il cinese dell’epoca era lui. Ecco, i cinesi: “I problemi legati all’immigrazione, specie quella cinese, non sono certo pochi – dicono – lavorare con loro non è facile sia per l’impostazione che hanno del lavoro stesso che della mentalità e, non seguendo assolutamente le regole, creano problemi”. E allora? “Secondo noi sono proprio le regole che bisogna far rispettare quindi bisogna agire con estrema decisione, per non avere concorrenza sleale in casa. Se non per motivi di giustizia. Ormai le comunità straniere sono una realtà con la quale bisognerà imparare a convivere, ecco quindi la necessità che l’integrazione avvenga sotto ogni profilo e in particolare sotto quello della concorrenza leale e della stessa equiparazione dei diritti ma anche dei doveri”.
Poi aprono uno sguardo sulla città, sui suoi cambiamenti che, purtroppo, hanno visto sparire tante aziende tessili e la necessità, specialmente da parte dei giovani, di cercare lavoro altrove. E si soffermano anche sul degrado che attanaglia tante zone della città ma in particolare il centro storico. Ma non si piangono certo addosso: “Noi rimaniamo in piedi – dicono – nonostante i tempi burrascosi, fino ad oggi che certo è il peggiore tempo di crisi mai visto.” E trovano l’occasione per ringraziare tutti coloro che li hanno accompagnati in questo lungo viaggio di lavoro e anche di soddisfazioni.
Franco Riccomini